giovedì 7 aprile 2016

Americano vs. Inglese Brittanico

Sono partita per l'America con un inglese ben stampato nella testa: quello che ho studiato per tantissimi anni e che mi hanno insegnato a scuola. Pensavo di sapermela cavare bene con la grammatica, la coniugazione dei verbi, la quantità di parole che conoscevo.. insomma un po' con tutto.
Arrivata io in Minnesota però, è arrivata con me anche l'amara scoperta che la mia lingua non la capiva nessuno. E non parlo dell'Italiano, parlo purtroppo dell'inglese. Non sapevo di essere British finché mi è risultato difficile comunicare con gli Americani anche sulle cose più banali. Perché loro non parlano inglese, loro parlano in slang.


La mia primissima confusione fu sul famoso surname. Chiedevo il cognome dei miei compagni di classe per salvare i numeri in rubrica, ma nessuno capiva cosa volessi da loro. Mi avranno presa per pazza mentre mi impegnavo tantissimo a dire suuuuurnaaame con la pronuncia più buona possibile e nel modo più lento e scandito che potessi, ma loro, niente. Alla fine Katlyn scoppiò a ridere a fianco a me guardando il telefono, quando cercando su google aveva capito si trattasse del lastname. 

Di lì in poi, per tutto l'anno una serie di mie scoperte di questa nuova lingua, tra cui quella amara di dover ricominciare da capo su molti aspetti, cancellando quello che avevo imparato prima a scuola (e ora tornata in Italia, sono intenta nel processo inverso, cioè dimenticare l'Americano e riprendere l'inglese anglosassone.. sembra una barzelletta). Queste due lingue infatti sono davvero diverse, e ci vuole poco a smontare tutte le vostre conoscenze e farvi capire quanto dall'altra parte dell'oceano sareste incomprensibili.

Ricordate una delle primissime parole imparate alle elementari per descrivere le abitazioni? Flat, appartamento. Beh in America flat è solo ciò che è schiacciato, perché un appartamento è un apartment.

Carrozzina per bambini per me era pram, ma poi ho scoperto che lì pram è il modo dialettale per dire 'ballo di fine anno' e che passeggino si dice baby carriage.

La lattina non è tin, ma è can, e se non lo sapete dovete tenervi la sete. Così come l'armadio si dice closet, e non wardrobe, ma in questo sarete in entrambi i casi facilmente comprensibili.

Veramente confusionari sono il biscotto, non biscuit ma cookie, e la benzina che si dice gas (e non petrol). Per non dimenticare poi la mia fantastica gaffe con la host mum, quando a inizio Settembre mi chiese se a scuola volessi la hot lunch e io le dissi che preferivo pasti freddi perché faceva ancora troppo caldo per le zuppe. Ma hot lunch è la school dinner britannica, cioè semplicemente il pranzo della mensa scolastica. Per cui la scena è stata del tipo ''vuoi mangiare a mensa?'' ''no, preferisco pasti freddi''

Proseguendo con gli esempi abbiamo i pantaloni che non sono trousers, ma pants, e a sentire questo nome nelle conversazioni pensavo si parlasse di mutande. E le scarpe da ginnastica sneakers e non trainers. 

Ma se fino ad adesso questo sono solo alcune delle parole che potrebbero semplicemente creare difficoltà di comprensione in una conversazione, ce ne sono altre che hanno un significato completamente diverso tra inglese britannico e americano.
Tanti miei amici italiani in America si sono ritrovati a chiedere un preservativo in classe, quando in realtà volevano semplicemente una rubber, cioè una gomma per cancellare.

E poi non nego che è stato difficile per me durante i compiti in classe imparare a scrivere le finali in -or anziché -our (color/colour, flavor/flavour), oppure in -ize invece di -ise (recognize/recognise), altrimenti facevo errori, anche se poi il correttore automatico dei computer in classe mi ha salvata tante volte.

Aprile 2016 e intanto mi trovo ancora nel limbo tra America e Inghilterra: non so quale lingua so meglio e quale invece dovrei sapere. Per il momento mi accontento di conoscerlo bene in generale, l'inglese, ma le mie amiche su Skype continueranno a ridere dei miei you e so pronunciati da Londinese perché per loro ormai non sono più americana ma una British straniera.

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