sabato 21 marzo 2015

Colorado

E' passato troppo tempo.

E' arrivato Marzo, anche in Minnesota a quanto pare, e le temperature si stanno faticosamente risollevando dal perenne sotto-zero. Tra un caffè e torta dopo scuola e compiti in giardino, ho cercato di godermi al massimo le improvvise giornate calde di sole che ci hanno regalato (e che poi, magicamente, sono scomparse di nuovo).

Queste settimane sono volate, davvero, mi ritrovo a scrivere quasi alla fine del mese chiedendomi dove sia andato il tempo. Quando si è in vacanza si perde il conto dei giorni, no? E così è stato per la mia spring break.

Prima della spring break ci sono state due highlights della settimana da raccontare:

  1. Physics Fair, lunedì 9 Marzo 2015 (e due anni con il mio ragazzo, cià).
    La physics fair, fiera della fisica, è un'altra di quelle americanate che vediamo nei film. Avete presente quando tutti gli studenti devono presentare il proprio progetto e i giudici li intervistano e giudicano? Tutti i progetti lì allineati con quelli delle ragazze precise, perfetti e gai, quelli dei secchioni, elaborati e incredibili, e quelli dei ragazzi nullafacenti, decadenti e malfatti? Perfetto. E' quello che ho vissuto quel Lunedì.
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Io, Kat, Katrina e Ana abbiamo lavorato sul nostro progetto per 1 mese. Abbiamo discusso e ridiscusso, avuto miliardi di problemi e anche svariate litigate, ma alla fine ce l'abbiamo fatto e la soddisfazione e l'abbraccio finale dopo il colloquio con i giudici e un 40/40 assegnato è stato toccante. Il progetto era complicatissimo, una di quelle cosa che in Italia sogniamo, e se ci dicessero che lo dobbiamo fare come compito cambieremmo scuola. 

In America non ci si arrende però, e non si fiata. 

Abbiamo costruito una reazione a catena tra componenti costruiti da noi (un carro ad elica, un carro armato a motore, una catapulta e un hovercraft) con motori e componenti elettroniche vere e funzionanti. Spiegare le ore di lavoro e lo studio dietro sarebbe troppo difficile, ma vi basti sapere che è stata una faticaccia ma ne è valsa la pena dal primo all'ultimo secondo di questo percorso, perchè porterò a casa il ricordo di un'esperienza unica. 

         2. Il photoshoot con Ruth e Mei al Como Conservatory. Abbiamo fatto delle bellissime foto e ci siamo divertite in questo posto super pretty della nostra città. 



Poi è cominciata la spring break, 10 bellissimi giorni di vacanza e assoluta pace che abbiamo deciso di passare in Colorado. 

Giovedì abbiamo preso l'aereo e siamo atterrati a Denver, affittato una macchina e guidato fino a Loveland. Siamo stati a dormire per tutta la settimana a casa di parenti del mio host dad. Prima da una bella famiglia giovane con 3 figli, il cui padre faceva la scultore. Poi da due signori anziani che hanno viziato e stracoccolato me ed Erin come fossero i nostri nonni. E l'ultima notte a casa di Bridgit, allegra e mitica signora con 3 figlie della mia età, che ha una mentalità così all'avanguardia che me la sarei riportata in valigia a Minneapolis. 

Durante la vacanza abbiamo fatto i turisti della nostra stessa nazione, anche se lo stato ovviamente era diverso, quindi un po' ci sentivamo all'estero. Abbiamo visitato il museo della scienza di Denver, attraversato downtown Denver, passeggiato in giardini di sculture a Loveland, mangiato in un ristorante messicano in cui potevi guardare gente tuffarsi da una cascata, mangiato cinese e complained con la cameriera per il cibo troppo piccante, visitato case in vendita con un retailer (dato che la mia host family sta cercando casa a Denver per trasferircisi l'anno prossimo), visitato una fabbrica di biglietti da visita e la mitica fabbrica di tea di celestial seasoning (dove ho scroccato così tanto tea gratis da dover andare in bagno ogni 5 minuti), passeggiato per le Rocky Mountains e il Garden of the Gods. 





E per non dimenticare, alla fine di questa lunga lista, va citato che abbiamo anche fatto un paio di picnic. 

In uno di questo stavo felicemente rincorrendo con un ramoscello un'oca che voleva il mio pranzo per farla andare via, quando una macchina della polizia mi ha fermata e il tipo della cop ha abbassato il finestrino e mi ha detto ''you know you could go to jail for harasment of a goose?'' (sa che potrebbe andare in galera per reato di molestia verso un'oca?)
Se non fosse stato per il tono serissimo e minacciante con cui lo aveva detto, gli sarei scoppiata a ridere in faccia. 
Ma poi mi sono fatta un film mentale e un giro intrigato in 2 secondi, e già immaginandomi rimpatriata in Italia o bloccata a Denver in galera per sempre per aver rincorso un'oca che voleva il mio panino bricioloso, ho chiesto scusa alla polizia e ho chiesto scusa all'oca principessa che ha più diritti di me. 

Grazie Colorado, grazie America. 
Questo panino mi rimarrà per sempre nel cuore.




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