domenica 19 ottobre 2014

Made in America

Quando alzarsi alle 5.30 fa meno male, quando fai amicizia con delle persone che ti sorridono nonostante l'unica cosa che dici è 'what did you say?!', quando ci sono Ruth e Maya che ti passano a prendere con la macchina a casa perchè 'you have to have fun', quando hai A a tutte le materie e sono gli Americani che cominciano a chiederti aiuto con i compiti, quando guardare il countdown a tre cifre non ti fa più scendere mille lacrime ma solo una, quella dell'amore delle persone che ti aspettano, allora sì che sei a casa. Allora sì che sei made in America.

Ormai è Ottobre, pieno autunno. La stagione finisce, e si porta via un po' di cose (anche se ne porta poi con altre bellissime). Quindi cheerleading is over, purtroppo, anche se avere per un po' tempo libero il pomeriggio mi fa decisamente piacere.
L'ultima esibizione c'è stata Venerdì, e ho pianto tanto quando, dopo l'ultima nota della routine, con il solito passo da soldato super coordinato siamo andate via dal campo. Sapevo che era over, ma mi faceva davvero strano. Quando ho visto Katie a singhiozzi corrermi incontro ed abbracciarmi dicendo 'my life is over', ho cercato di farle capire che quando sono partita era un po' tutto over per me, anche se poi non lo è mai perchè tutto torna, tutto rinasce e ci sono un sacco di altre cose belle davanti.
A quel punto lei con un sorriso si è calmata un po', ma quante altre ragazze sono venute da me a dire di essere glad di avermi avuta in squadra e che non mi dimenticheranno mai!(come se il lunedì dopo non ci saremmo riviste a scuola come ogni giorno, però vabbè)


Prima dell'esibizione finale c'è stata una cosa bellissima che loro chiamano senior recognition night. Tutte le cheerleader e i giocatori di football senior venivano riconosciuti e premiati semplicemente per essere tali. Abbiamo fatto una sfilata intorno al campo scortati ognuno dai propri genitori, e mentre i fotografi ti paparazzavano e il pubblico esultava, dovevi salutare la folla. Mi sono sentita la Regina Elisabetta.

Da adesso fino a inizio Novembre non ho impegni sportivi e posso ingrassare con comodo (eheh). Per la stagione invernale però sono entrata nel team di gymnastics, team competitivo che mi ha presa come aggiunta nella squadra sperando che presto possa competere anche io in qualche attrezzo. Sarà strano ricominciare: nuovo ambiente, amiche, coach, orari, esercizi. Tutto da capo, di nuovo. Ma se non fosse così la vita sarebbe noiosa, no?

Sabato io, Erin, Ruth, Sarah, Katrina, Monica, Katrina, Nika e altra gente a caso siamo andati a Valley Scare, un parco divertimenti tipo i nostri Mirabilandia e Gardaland.

Io, Erin, Sarah e Ruth 


La cosa particolare di questo parco è che dalle 19 in poi diventa un parco horror, cioè addetti si nascondono nel parco e ti spaventano, tutto diventa buio, le haunted houses aprono e c'è fumo dappertutto. Diciamo che dalle 13 alle 19 ho riso e scherzato, e dalle 19 in poi mi mancava il fiato per urlare. Ochetta, ops.

Lunedì era il Columbus day, ma a scuola neanche l'hanno citato, come d'altronde l'11 Settembre e non capisco perchè. Ho fatto Skype con mia nonna per il suo compleanno though, il che mi ha reso davvero felice. 90 anni e non sentirli <3 
Questa settimana scolastica era veramente corta, solo lunedì, martedì e mercoledì siamo andati a scuola. Per una sconosciuta festività Minnesotiana chiamata MEA, mi sono beccata un weekend da 4 giorni. E prima cosa per festeggiare ovviamente per me qual è? FroYo Mercoledì uscita da scuola con Baillie, Priyanka e Radhika! Ti spillano 3.50 o 4 dollari a volta, ma ormai la signorina ogni volta che entro mi saluta e mi riconosce, perchè non mi interessa del prezzo: è troppo buono e ne vale davvero la pena. Credo sia l'unico cibo americano che mi piaccia, quindi ne faccio il pieno.
Io, Priyanka e Froyoamoremio
Tornata a casa ho guardato Foot Loose con la mia host sister mentre ci facevamo le unghie, ed è stato davvero solo il primo di una lunga serie di film che ho guardato in questo filmoso weekend. 
Già quel giorno dopo cena, salita in camera, presa da un momento di nostalgia, ho guardato High School Musical 1. Ah bei vecchi tempi. Vedere tutte quelle cose per cui mi gasavo (quando ero una fan ad 11 anni) e rendersi conto che sono le cose della mia vita di adesso, e che sono uguali, mi ha fatta commuvoere. Dalla palestra, alla mascotte dei Wildcats; dai banchi delle classi, alle audizioni del musical è davvero tutto così. Vivo in un film.
Altre cose invece, miti da sfatare, mi hanno fatta sorridere: sono anche io una cheerleader e non è vero che sono un'oca giuliva bionda super magra e alta con la coda. No.

Giovedì (Daddu amore tanti auguri!) dovevo andare all'1 a guardare un film da Maya con Pri, ma hanno rimandato all'ultimo momento entrambe e quindi ho chiamato Ruth, mi sono fatta venire a prendere e siamo andate nel suo quartiere a fare un po' di foto autunnali.
Ruth vive in un posto stupendo, uno di quelli tipici americani dei film con le case enormi sul lago, i prati verdissimi e i viali nel bosco.

Le foto sono venute meravigliose, e sono felicissima di aver passato un po' di quality time con lei, a raccontarci del passato del presente e del futuro con un po' più di confidenza. 
(Tornata a casa altro film, Forrest Gump, che è sempre bello riguardare)

TGIF! Programmi del giorno, in cui tra l'altro mi sono svegliata con mal di testa e raffreddore, erano parecchi, ma come al solito gli Americani danno buca all'ultimo momento quindi un po' di cose sono cambiate. Anyway.. alle 10 Maya e sua sorella mi sono passate a prendere e siamo andate a casa sua a guardare The Princess Diaries, che è un film della Disney vecchio ma bello, e lo abbiamo lasciato a metà per andare a mezzogiorno a mangiare FroYo (di nuovo, scusatemi!). Il film lo finiremo prima o poi, ed è anche una buona scusa per uscire ancora insieme.
Alle 12.30 mi sono fatta riaccompagnare di fretta perchè contavo che la mia hsister mi venisse a prendere all'1 per andare a fare qualcosa con delle zucche di halloween, ma non so perchè siamo finite per andare alle 5 al mall of America io, lei, Sarah e il suo ragazzo. Lo shopping fa sempre bene tanto, ma almeno a saperlo sarei stata di più da Maya anzichè stare 4 ore sola a casa. (Ho approfittato per fare Skype con i miei)
Seconda seduta di shopping è stata oggi, io e Ruth andiamo troppo d'accordo su forever 21 a quanto pare e ci siamo chiuse lì dentro per tipo 2 ore, anche se alla fine mi sono comprata solo un cappello perchè ieri con Sarah in quel negozio avevamo già svaligiato. Vagando ho anche trovato una bella gonna d'oro da mettermi alla mia festa di compleanno, quindi credo di essere a posto per un po' con lo shopping. O almeno spero..
Domani come al solito chiesa, pulizie e bonfire a casa di amici. 
So già che Lunedì la sveglia alle 5.30 e buttarsi fuori dal letto con 4 gradi sarà durissima, dopo tutti questi giorni di comodo mio, ma si deve fare. D'altronde sentire i miei compagni di classe dall'Italia raccontarmi del nuovo professore stronzo, del compito in classe tra pochi giorni, dell'esercizio di fisica-arabo, mi da una motivazione in più per alzarmi ed andare ad ascoltare le mie lezioni decisamente più interessanti. Così, almeno per quest'anno a scuola presto più attenzione.

Questi giorni mi sento forse per la prima volta contenta al 100% di essere qui, sono fiera di me e di tutto quello che mi sto costruendo. A casa ci sono un sacco di persone ad aspettarmi, e sentirmi dire che sono fieri di me perchè alla loro età non l'avrebbero mai saputa fare una scelta del genere, mi riempie di gioia.
A volte me lo dimentico che ho 16 anni e che non è una cosa da tutti. Mi dico smettila di piangere, mi tratto male da sola, quando la lacrima per il corridoio scappa se vedo una coppia abbracciata, o quando per la centesima volta non capisco quello che John Green dice nei video di storia.
Il problema però è quando ti fanno 1000 domande e ti dicono 'potessi esserci io al posto tuo', 'immagino quanto ti stai divertendo', . C'è altro, tanto altro, oltre all'autobus giallo, all'armadietto, al friday night, all'America 'facile' che diverte. C'è tutto il resto delle difficoltà che non vedete, perchè nessuno ve lo racconta.
Fare l'anno all'estero è incredibilmente dura. E' la prova più difficile che io abbia mai dovuto affrontare, come dice Margherita.
Parlando con i ragazzi del '98 che partiranno l'anno prossimo, mi ricordo di come mi sentivo io un anno fa. Spaventata, certo, ma felicissima. Ansiosa di partire. Piena di progetti, aspettative, e speranze. Ma probabilmente sottovalutavo la grandezza dell'esperienza. Credo, effettivamente, che noi tutti l'abbiamo fatto all'inizio. 
Che poi te lo chiedono, eh, alle selezioni. ''Dovete essere sicuri di voler partire. Non è uno scherzo, ti cambia la vita, sicuri che è questo quello che volete?'' Ma mentre lo fanno ti trovi in un ufficio pieno di poster colorati e fotografie e hai appena sentito i racconti degli studenti tornati e sono tutti felici e sorridenti e tu vuoi solamente trovarti già su quell'aereo.
Eppure.
Eppure c'è l'altra faccia della medaglia.
Eppure c'è la nostalgia, che arriva, arriva anche per chi si sente riluttante solo al pensiero di dover tornare in Italia, con i trasporti che non funzionano, la scuola che cade a pezzi, la situazione politico-economica che è quella che è, e tutto il resto. Arriva perchè passati i primi momenti, inizi a notare le differenze, ma non quelle banali, no, quelle che ti lasciano senza parole. E pensi che tutti si comportino in modo sbagliato, e non puoi mica darlo a vedere, perchè qui è normale e sei tu quella che fa le cose in modo diverso. E provi ad adattarti, ma ti mancano il cappuccino con gli amici prima di entrare a scuola ed il caffè dopo pranzo, le chiacchiere a tavola con la famiglia, la sincerità delle persone e mille altre cose. 
Eppure c'è quella sensazione di non avere una casa da nessuna parte. ''I don't belong in Belgium and that's for sure, but I still don't feel like I belong here either'' mi diceva ieri una mia amica exchange. E come biasimarla? Io in Italia non ci voglio vivere. Ma qui? Un conto è un anno, ma rimanerci per sempre, se datamente l'oppurtunità.. dovrei pensarci. Due mesi fa, prima di partire, avrei accettato senza ripensamenti. E scommetto che voi dall'Italia accettereste. Vi assicuro che quando vi trovate dall'altra parte, le cose cambiano. Eppure sto imparando ad apprezzare le piccole cose sempre di più. Sia qui, sia a casa.. casa. Dicono che non capisci l'importanza di ciò che hai finchè non lo perdi. Io dico che basta trovarsi a chilometri e chilometri di distanza.

Continuerò sempre e comunque a ripetere che questa esperienza dovrebbero farla tutti. Ma non è rose e fiori - e quando qualcuno mi dice ''Non sai quanto ti invidio, vorrei essere lì al posto tuo'' vorrei poter essere in grado di spiegare che non è facile. Ma credo che finchè non ci sei dentro personalmente, sia impossibile da capire. A ognuno la propria scelta.

Livia

0 commenti:

Posta un commento

.