venerdì 8 maggio 2015

South Dakota

Ma le distanze, eccovi una perla di saggezza, esistono per essere percorse, è chiaro, se non c’è distanza non c’è desiderio, se non c’è desiderio non c’è avventura e non c’è un bel niente per cui valga la pena di vivere. Quindi eccomi qua.

Il 28 Aprile è stato uno di quei giorni in cui ci hanno dato vacanza senza un motivo. In America succede spesso. I freshmen erano ad un congresso, i sophomore e i junior a scuola a fare dei test, e a tutti noi senior ci hanno fatto saltare la scuola. Ho dormito fino a tardi e ho fatto una bella colazione.

Poi, l'inspiegabile. Era fine Aprile, poco più di un mese al ritorno a casa, 9 mesi già alle spalle. E non si sa perchè ho cominciato a piangere. Di nostalgia, di voglia di tornare, di voglia di rimanere, di solitudine, non so cosa. Fatto sta che ero lì davanti al cellulare cercando di chiamare mia sorella su Face Time e cercare un po' di supporto.

Dicono che gli exchange students alla fine della propria esperienza diventino degli adolescenti incontrollabili, ma io l'ho imparato soltanto qualche giorno fa. Così senza una risposta nè una spiegazione, quel giorno ho deciso piuttosto di chiudere tutto, prendere la bici con Erin e incontrare Nika e Katrina da FroYo per fare due chiacchiere.

La nostalgia è scomparsa.


Giovedì 30 Aprile l'autobus mi è passata a prendere davanti casa alle 6.30, come ogni normalissima mattina di scuola. Ma questa volta nell'autobus c'erano studenti da tutto il mondo e non era diretto alla Mounds View High, bensì in South Dakota.

Sara, Nika, Hassan (l'egiziano con cui ho vissuto il primo mese), Nayera, Jaime e Damira, erano tutti lì. Poi c'erano altri 19 exchange students che non conoscevo o conoscevo poco.
Il viaggio è stato lunghissimo, 12 ore o più di autobus, quindi abbiamo avuto modo di conoscerci molto bene, condividere le nostre esperienze, le cose passate e i sogni del futuro.

Siamo stati in South Dakota per 4 giorni, dal Giovedì alla Domenica, e sono stati estremamente intensi.

Abbiamo visitato il Corn Palace, le Sioux Falls, le Bad Lands, Crazy Horse, il Wildlife Loop, un posto con vere ossa di Mammuth (o come si scrive). Abbiamo visto tantissimi bufali che passavano per strada, cerbiatti che correvano, conigli che scappavano e asini con cui ci siamo fatti selfie.

Abbiamo scattato migliaia di foto, raccontando milioni di storie.
Abbiamo preso un gran sole e ho rimesso gli shorts per la prima volta. E poi un giorno ha piovuto così forte che scendendo dal pullman, in 20 secondi i miei capelli erano come appena uscita dalla doccia.
Abbiamo mangiato da Subway, Mc Donald (non ci crederete ma quel giorno è stata la prima volta che ho mangiato da Mc Donald da quando vivo qui), un ristorante della Mongolia e uno Cinese.
Ci siamo anche seduti in mezzo a una strada, per un bel po', perchè quando si è giovani del rischio non si ha paura e della vita si è innamorati.


Ma più di tutto, abbiamo visitato il mitico Mount Rushmore. Sabato era lì, davanti ai miei occhi, e mi sembrava di essere in uno di quei libri di geografia in cui per anni ho visto la foto.
Era realtà, ed è stato bellissimo.







Una delle cose più belle di questo anno all'estero sono i viaggi che ho fatto. New York, California, Colorado, Minnesota, Wisconsin, e South Dakota sono gli stati americani che ho visitato in soli 9 mesi. Manca solo l'Iowa, e poi si torna in Italia. Ma tutto quello che sto vivendo qui, le road trip, le nottate negli aeroporti, gli accenti che cambiano, le persone che si incontrano, non lo dimenticherò mai. E potrò sempre tornarci, in ogni singolo stato, con il cuore. 

Livia

2 commenti:

Mareva ha detto...

Ti leggo da quando sei partita, ma mi paleso solo ora.
Sono grande io, che di anni ne ho 32, ma leggendo le tue parole, scritte sempre con attenzione e delicatezza, non posso far altro che sentirmi trasportata dalle emozioni che stai vivendo.
Gli Stati Uniti sono un paese davvero strano e, in un modo o nell'altro, ti restano dentro. Tanti anni fa (2000) ho passato il trimestre estivo ospite di una famiglia a Los Angeles. Con queste due persone - con la moglie soprattutto - ho instaurato un rapporto meraviglioso che dura ancora oggi. Fatto di scambi di e-mail e visite e che mi ha permesso di viaggiare tanto tra California, Arizona, Nevada, Messico ecc. Ed innamorarmi immensamente di quelle terre. Poi sono cresciuta e nel 2005 mi sono trasferita a vivere e lavorare a San Francisco. Purtroppo dopo circa un anno il visto non mi è stato rinnovato (buuuu) e sono tornata in Italia dove ormai, tranne per un breve periodo Canadese, risiedo da dieci anni. Sai, l'amore fa anche questi scherzi. Ti fa rimanere nel paese dove sei nata. Ma nonostante tutto io agli Stati Uniti continuo a volere un gran bene. Continuo a pensare che siano "casa". Continuo a pensare che mi diano tanto.
Nel 2013 sono tornata a trovare a LA la mia american mommy e sai... è come non essere mai partita.

Tutto questo per dirti che nella vita ti succederanno tantissime cose, belle e brutte, ma questa esperienza ti segnerà per sempre. A volte in maniera marcata altre meno, ma sarà sempre presente.

Un abbraccio :)

Livia Masci Berghella ha detto...

Grazie mille Mareva per il tuo commento bellissimo. Mi hai fatta emozionare! Un abbraccio, Livia

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