giovedì 15 gennaio 2015

Ginnastica artistica e week days

Sono le 7.56 di mattina e sono in classe. Un normalissimo giorno di scuola, un po' meno freddo del solito, l'autobus arrivato in ritardo e il sonno che si fa sentire. La lista delle cose da fare questa settimana mi mette ansia, e mentre la prof di tedesco ci spiegava cosa fare oggi in laboratorio, la guardavo e riguardavo pensando da dove cominciare.
Il progetto di tedesco l'ho già finito, quindi ho approfittato di tutta questa elettronicità (?) americana per spuntare dalla lista una delle cose: aggiornare il blog. 

La settimana scorsa, dove eravamo rimasti, è passata velocissima, nonostante fosse uno di quei ritorni sconvolgenti dalle vacanze che tutti gli studenti in tutto il mondo affrontano.
Sono andata a scuola, ho fatto il mio dovere, mi sono allenata 2.30h mezza al giorno, e ho infranto la meta' dei buoni propositi per il 2015. Tutto normale.

Mercoledì' siamo uscite mezz'ora prima da allenamento per il solito carbo load (per la spiegazione di cosa sia un carbo load, leggete questo post) e la pizza che la mamma di Hannah ha comprato era sorprendentemente buona! Un brownie, un paio di Oreo al peppermint e poi a casa.
Ah, e Hannah ha 8 fratelli. NOVE FIGLI. NOVE.

Giovedì' abbiamo avuto la gara a Roseville. Inutile dire che abbiamo perso, contro quelle schegge olimpioniche che fanno paura. Ma tanto, ce lo aspettavamo tutte.
Uscita dalla gara ho provato il freddo più' freddo che ho mai sentito qui in Minnesota. Nevicava, il vento tirava fortissimo e i capelli si stavano per congelare mentre a malapena mi riuscivo a reggere in piedi. Prima e ultima volta (per ora) per fortuna. Meglio dimenticarsene.



On thanksGoditsFriday ho avuto un quiz di Fisica, che non ve l'ho mai detto ma si fa ognuno sul proprio cellulare andando su un certo sito. E' incredibile quanto i professori si fidino e di quanto effettivamente gli studenti siano onesti. Qui non copia nessuno. Se fosse stato in Italia, tutti furbetti avremmo cercato le risposte/formule/quello che ci serviva su internet, oppure direttamente mandato i problemi a qualcuno per messaggio e aspettato la risposta con le soluzioni. Che tristezza.
Ad allenamento abbiamo avuto le foto di squadra. E' venuto il fotografo, e ci abbiamo speso due ore intere. Quindi, alla fine, niente allenamento.

Il resto del pomeriggio non sono uscita, ma sono rimasta a casa con Erin a fare un po' di scrapbooking e decorazioni di carta mentre guardavamo un film che non ricordo. Ho fatto un quadretto per lei con una nostra foto, e uno per la famiglia con la foto di Natale che poi ho attaccato sul frigorifero. Spero siano stati apprezzati.

Migliore e più' pieno è stato Sabato. A mezzogiorno mi e' venuta a prendere la mia coordinatrice, e mi ha portata in uptown Minneapolis ad un ristorante italiano per l'incontro di meta' anno. Mentre chiacchieravamo e compilavo i vari fogli, ho mangiato un buon riso, una caprese e il tiramisu. Mi mancavano e stomaco, mente e cuore hanno decisamente gradito.
Tornata a casa per 5 minuti, sono riuscita alle 14 per andare al Mall of America con Katrina1, Jack, Katrina2 e Sab. Questa volta con la carta di credito abbastanza pienotta, ho approfittato degli sconti invernali per comprarmi un paio di cose.
Siamo state dentro Nordstrom per 1 ore e qualcosa, incorreggibili come sempre. Nordstrom e' più' o meno come la nostra Rinascente. Tra Chanel, Prada e Dior, entri, ti innamori e non ne esci più'.


E poi ovviamente la solita fermata da Glitz, dove nonostante io abbia già il vestito per il prom, continuiamo ad andare ogni volta a provarci un paio di vestiti a testa e fare foto.


Pulizie, chiesa, perdita di tempo, qualche film, zero compiti, e una Domenica come le altre. Fatta per non fare niente, ha concluso la settimana volata come un lampo con una chiamata Skype sorprendente davanti a un pianoforte che suonava una canzone solo per me, e mi ridato la forza e un sorriso incredibile. La vita ti sorprende.

Questa e' l'ultima settimana prima dei finals, che sono gli esami di fine semestre, unico cosa per cui effettivamente si studia in America. Sinceramente, sono molto tranquilla. Noi Italiani sappiamo veramente come si studia, con un sistema scolastico che fa paura (e schifo, non lo nego) ma almeno ci insegnano a mettere la testa sul libro e imparare qualcosa. Qui no. Sono tutti in preda al panico, che pare che al posto di una settimana di esami debba arrivare la fine del mondo.

Io mantengo la mia calma, e ne esco con tranquillità', comunque vada. Se poi mi becco un'altra volta tutte A, allora mi do anche due pacche sulle spalle.

Livia

martedì 6 gennaio 2015

Un nuovo anno

Capodanno in Italia è follia. E' un petardo acceso in una bottiglia, fuochi d'artificio, nottata in discoteca, cornetto alle 6. Brindisi, abbracci, sorrisi, promesse, idee, baci, occhi lucidi, energia.
Ma Capodanno in America, non è Capodanno.

Ho avuto un'amara sorpresa la notte del 31: in America la fine dell'anno è a malapena festeggiata, il che mi ha resa triste. Fino ad ora ho sempre cercato di integrarmi perfettamente nella cultura Americana. Ho guardato le cose dal loro lato, le ho rigirate, aperte, osservate in tutte le direzioni possibili pur di trovarne un senso e riuscire ad adattarmi.
E allora la chiesa politeista l'ho accettata, la scuola elementare anche, il lavoro da minorenne, l'anti socialità, Netflix, gli allenamenti esagerati, i pasti di sola carne, il pigiama a scuola, le calze con l'infradito, gli ugg con la tuta da operaio: ho mandato giù tutto.

Ma signori, cavolo, è il 31 Dicembre. Un po' di brio, allegria, furore, gioia, qualsiasi cosa.. Alzatevi, agite, riunitevi, uscite: vivete, cari Americani!

Non è andata così. Capodanno in casa in famiglia, contro qualsiasi regola italiana. Un paio di giochi da tavolo, un brindisi con una bottiglia di succo-d'uva-analcolico-frizzante-il-cui-tappo-si-svita, un conto alla rovescia di fronte alla tv che riprendeva la palla di New York e Taylor Swift che cantava mezza nuda, e poi nel giro di mezz'ora tutti a dormire.
''Buon anno ale oh oh brigitte bardot bardooot braziiiil la la la la la la la laa'', me lo sono cantata sotto le coperte. Da sola.
Pigiama Party: io, Erin e Kat
Mia madre dall'Italia però ha saputo consolarmi:



Mi ha tirata su di morale come solo lei sa fare. D'altronde la mamma è sempre la mamma.

La troupe meno Ana
Passato questo tragico 31 Dicembre, e svegliatami (?) bella fresca di prima mattina nel nuovo anno (essendo andata a dormire a mezzanotteemezza), mi sono preparata per ben due feste: il compleanno di 100 anni di una zia di famiglia (non sto scherzando, che Dio la benedica) e una festa random a casa di Nika con tutta la troupe.

Si è rivelata una bella giornata, il che mi ha risollevata decisamente dalla mancanza di feste la notte precedente.

Domenica un'altra festa, questa volta a casa nostra con i 7 exchange students della mia host mum coordinatrice e le loro rispettive famiglie ospitanti.

Il cibo era buono, i giochi divertenti, la compagnia allegra, e il regalo che ho vinto (una felpa della mia scuola) ben sudato e fortunato. Un bel modo per finire le lunghissime vacanze di Natale di 16 giorni.


Di 5 Gennaio, oggi sono tornata a scuola. Sveglia traumatica alle 5.45 e -23 gradi di temperatura esterna, solo se venite e provate mi potrete mai capire. Qui si tiene duro fino alla fine.
Testa alta.
Buon anno, Livia


domenica 28 dicembre 2014

Natale in America

Arriva sempre il momento in cui ti fermi e, guardandoti indietro, ti chiedi se la scelta presa nell'andare a vivere all'estero è stata quella giusta o no.
Perchè qui ti confronti con una marea di cose e persone, inizi a conoscere lati della tua personalità che non sapevi neanche esistessero. Ti mancano le parole, o forse ne hai in abbondanza. Rispondere alla semplice domanda 'come va?' può crearti un po' di confusione: hai una marea di cose in testa, e nel cuore, che aspettano solo di essere tirate fuori, ma a volte alcune emozioni sono difficili da descrivere. Puoi provarci, ma viverle è tutta un'altra cosa.  
E' come se tutto venisse portato via e tu inizi ogni volta da zero, poco a poco costruisci la tua nuova vita in un nuovo posto e ti senti bene.  

Da lunedì sono in vacanza. Lo zaino chiuso sotto la scrivania, che mi intralcia e prendo a calci quando accendo il computer, mi guarda da un bel po' ma non ho intenzione di aprirlo.

Una vacanza che è cominciata come un incubo. Il giorno più bello che si è trasformato in quello più strano, doloroso, complicato di sempre.
Quando sei lontano non puoi controllare tutto, anche se vorresti. Non puoi vivere due vite, o almeno non completamente.
Io ci ho provato, per mesi, e davvero ci credevo che avrebbe funzionato fino all'ultimo, ma a volte dobbiamo semplicemente lasciare che le cose accadano. C'è sempre un motivo. Un motivo per i cambiamenti, per le notti in bianco, per le cose peggiori.
Può sembrare che non ci sia, ma alla fine si rivela sempre.

Quindi ho lasciato andare, lui e le lacrime che sono seguite. Mi sono liberata di un peso, anche se nonostante tutto lo portavo con piacere, ma so che tutto andrà per il meglio. Qualcosa di migliore mi aspetta, un motivo per tutto ciò c'è. Devo soltanto scoprirlo.

E so che queste righe possono sembrare piuttosto confuse, ma c'è tanta gente della mia città che mi segue, e non voglio che tutti sappiano. Sulmona è una città troppo piccola, le voci girano in un attimo, la gente mi da dell'egoista, le ragazzine sono pronte a correre, e io non sono pronta ad abbassarmi a questo provincialismo.

In sostanza, una notizia arrivata dall'Italia mi ha sconvolto la giornata, mi ha fatta piangere tantissimo e ingozzarmi di gelato al Secret Santa Party a casa di Kat. Per fortuna ero lì, con le mie amiche, perchè tutti mi sono stati vicini e hanno capito come mi sentivo. Se fossi stata a casa.. meglio non pensarci a come mi sarei comportata. Lunedì notte è stata terribile. Ho dormito soltanto 2 ore e mezza, e la mattina mi sono svegliata con occhi stragonfi, mal di testa e una faccia irriconoscibile.
E' stato a quel punto che, guardandomi nello specchio mentre parlavo con mia sorella su Whatsapp, che mi sono detta di quanto non ne valga la pena di star male per una cosa che ti ha fatto stare bene per così tanto tempo. ''Don't cry because it's over, but smile because it happened.''

Da lì in poi, neanche un rimorso, neanche mezza lacrima.

Alla festa di lunedì abbiamo aperto i regali finali del Secret Santa fatto per le ultime 2 settimane, e Ana era il mio (anche se già lo sapevo, avendola trovata una mattina davanti il mio armadietto a mettere furtivamente un regalo). E' stata dolcissima con il suo present, e ancor di più Kat, Sab e Monica che mi hanno regalato un libro e della cioccolata anche se non dovevano.

Tornata a casa quella sera ho trovato un pacco che mi hanno mandato i miei genitori per Natale. Panettone, pandoro, torroni, regali, scamorze, pan dell'orso, ceci di ripieni, mustaccioli, tutto quello che mi poteva servire per scaldarmi il cuore dopo un giorno difficile.

Gingerbread house by me and erin
Martedì mattina sono andata a casa della hostnonna con la mia hostsister a cucinare un paio di cose per la vigilia di Natale. Ci siamo cimentate in involtini di foglie di uva e riso, e una pie imburrata con le noci, che ha un nome strano egiziano che non voglio imparare.

Ho saltato l'allenamento di ginnastica artistica delle 2 perchè erano ancora a pezzi per la notte precedente, e ho deciso di prendermi il resto del pomeriggio per me stessa per rilassarmi con un buon libro e guardare un film.
Alle 8 Nika è venuto a prendere me ed Erin e siamo andati con Nedal in downtown Minneapolis al villaggio di Babbo Natale, e poi a cena fuori alle 11 di sera (era la mia seconda cena, giusto per dire..)

Il 24 mi sono svegliata con un sorrisone. Ero emozionatissima per il Natale Americano, stranamente neanche un pizzico nostalgica. Ho aiutato con le pulizie, e ho fatto skype per un bel po' con i parenti riuniti in Italia per il cenone.
Anche se non ero lì, stavo bene. Ho il doppio dei parenti, il doppio dell'affetto, il doppio dell'esperienza e anche il doppio dei regali.. cosa si può chiedere di più?

Il regalo più dolce
Il cibo era ok, sicuramente meglio dei 7 pesci che mangiamo di tradizione in Italia.
Alle 5, mezzanotte italiane, mi sono alzata un momento da tavola per partecipare su facetime all'annuale processione di Tuscendidallestelle che si fa a casa mia. Una pazzia, italiana come non mai, che nessuno capirà mai. A parte noi.
Vedere tutte quelle faccine sullo schermo sorridere e dirmi Buon Natale con gioia, con quel mi manchi sulla punta della lingua che non veniva mai detto per non farmi venire nostalgia, mi ha scaldato il cuore.

Il giorno di Natale abbiamo aperto i tantissimi regali che c'erano sotto l'albero. Ne ho ricevuti un bel po', e sono stata messa sullo stesso piano dei miei due fratelli, il che mi ha commossa. Ora non sto qui a raccontare della nuova sciarpa morbidissima o delle bustine di tea. Non importano così tanto i regali, ma tutto quello che so che c'è dietro.

Dopo pranzo siamo andati dai parenti paterni, e abbiamo passato lì il resto della giornata.
Tra dolci, monopoly e wii con i ragazzi, si è rivelato un bel Natale dopo tutto.

Ieri abbiamo festeggiato un tardivo Natale tra di noi: io, Kat1, Kat2, Monica, Nedal, Jack, Sab ed Erin siamo andati a pattinare sul ghiaccio indoor, sotto mia richiesta.
Uno strano uomo mi ha approcciata diverse volte dicendomi che assomigliavo terribilmente a una persona che conosceva, e l'ho trovato molto creepy.

Quando una ventina di giocatori di hockey si sono letteralmente buttati nella pista alle 11.30, siamo andati via e Jack ci ha portati al mall. Fare shopping senza soldi è una sofferenza, soprattutto se ci sono i saldi di Natale e la tua carta di credito è bella ripiena di cash arrivato dall'Italia come regalo.
Mi sono limitata a guardare le vetrine, e a pensare a quello che comprerò prossimamente.

La troupe migliore
Tornata a casa, dopo un paio di belle scamorze italiane per cena, sono andata a casa di Blair per uno sleepover con la squadra di ginnastica artistica. E'statalacosapiùnoiosadisempre. Il divertimento americano non è sempre come quello dei film. Davvero. Tutti al cellulare, senza parole. Siamo la generazione di quelli che non sanno che dirsi.

Stamattina mi sono svegliata con abbondanti 10cm di neve. Non nevicava da tempo, le temperature si aggirano intorno ai -5 gradi: è un tempo inusuale in Minnesnowta, e per fortuna.
Scendo a mangiarmi un mustacciolo per merenda, che un po' di casa nello stomaco non fa mai male, e poi a fare la spesa con la famiglia.

Si conclude così la settimana del mio Natale Americano, meraviglioso e sorprendente. Mi chiedo se questa felicità sia normale per me, o se sono davvero cambiata così tanto in meglio come tutti dicono.
Qualunque sia la risposta, questa Livia mi piace davvero.

Buon Natale a tutti


Questo spiega tutto. Sono troppo io






sabato 20 dicembre 2014

Ultima settimana di scuola

Il Natale, bambino mio, è l'amore in azione. Ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo, è Natale.

L'ultima settimana di scuola è stata strana, a denti stretti, dura e lunga. 
Già da Lunedì non ce la facevo più, e vi spiego meglio, per quanto posso. 

Ogni volta che abbiamo una gara di ginnastica artistica rimaniamo dopo scuola fino alle 10.30 di sera. Anche se non gareggio mai, sono sempre andata per ''supportare la squadra'', come mi chiedevano di fare. Questo martedì però, non mi sentivo di andare, dato che avevo molto da studiare per tutti i compiti in classe finali prima delle vacanze. 
Ho mandato un'email alla mia coach dicendo che non sarei andata, ma la risposta è stata durissima. Per questioni di privacy non posso fare nomi, nè raccontare cosa sia successo, ma vi basti sapere che gli episodi successivi di questa settimana girano tutti intorno a quelle email ricevute, a quelle domande insidiose, ai miei pianti a mezzogiorno a mensa, al mio colloquio esausto con l'amministratore scolastico. 

Probabilmente lascerò la squadra. Un po' per mia scelta, un po' per scelta di qualcun altro. E mi dico che va bene così, perchè se le cose finiscono significa che ci sarà qualcosa di migliore ad aspettarmi. Prenderò una decisione finale probabilmente alla fine delle vacanze di Natale, ma dentro di me la risposta è già arrivata.

Quindi insomma.. una settimana triste, mi tocca dirlo, che non ne avevo di così dai vecchi tempi della nostalgia 3 mesi fa. Ma proprio questo abbattimento, questa richiesta continua di forza, di concentrazione, mi ha fatto aprire gli occhi su quello che ho intorno: le mie amiche. 

Le mie amiche Americane sono diventate la mia quarta famiglia, dopo quella vera, quella americana, e dopo le mie amiche Italiane. Hanno seguito con me tutta la vicenda, e mi hanno consigliato e supportato continuamente. Ana Giovedì mi ha fatta trovare questo bellissimo biglietto nell'armadietto che davvero la dice lunga di quanto sia una ragazza preziosa. E Sab ieri mattina a scuola mi ha portato la mia cioccolata calda preferita di Caribou, andata a prendere apposta per me prima di scuola. 

Sono tutti dalla mia parte. Loro, mamma, mia sorella, la mia famiglia americana, e perfino il mio dean. Per me questa è una battaglia vinta in partenza. 




Ieri finalmente è finita la scuola. Fino al 5 Gennaio dell'anno prossimo niente alzatacce alle 5, niente compiti per casa, niente conti alla rovescia. Relax. Amiche. Regali. Pace.
Dopo allenamento sono andata con Erin alla festa di Katie. Ho mangiato più brownies del dovuto, e abbiamo giocato a lupus in tabula, che loro chiamano Mafia. E' stata una serata tranquilla e divertente, direi un bel modo per cominciare le vacanze.

Oggi, mentre vagavo a caso sul mio cellulare, ho ritrovato una vecchia pagina di diario che scrivevo di 19 Agosto: ''di fronte alla partenza le parole giuste iniziano finalmente ad arrivare. La fragilità, gli alti e bassi, l'incertezza, la felicità e poi la paura. C'è tutto. Un mega mix. Mi salgono di nuovo le lacrime agli occhi solo a pensare a quello che è appena finito. La più bella festa della mia vita, quello che non mi sarei mai aspettata, fino all'ultimo. Fino all'attimo in cui ho visto con i miei occhi. [...] Sono stati tutti degli arrivederci difficili alla fine, ma 1 anno passa subito e mi aspetta una cosa pazzesca. E io non vedo l'ora. E ora lo posso finalmente dire: io sono pronta.''

Dicevo ''io sono pronta'', anche se in realtà non sapevo nulla di quello che mi aspettava. Cercavo solo di non avere paura.  Nessuno sa perchè, ma volevo partire.

E ora che sono qui, il motivo l'ho capito.

Ho capito che è stata la scelta giusta, perchè essere giovani è fare esperienze. E se questo comporta stare lontani per un po', ne vale la pena. Perchè non sono le persone che ci circondano o il luogo in cui ci troviamo che contano, ma siamo noi. La felicità la si può trovare ovunque ed in chiunque, se si sa guardare nel verso giusto. 

Da quando sono qui, la felicità la trovo un po' dappertutto. Il biglietto lasciato nell'armadietto da Ana è felicità. La cioccolata calda che mi ha comprato Sab è felicità. I messaggi arrivati dall'Italia durante la notte sono felicità. Chi prova a parlarmi italiano, quel ragazzo sul pullman che mi lascia passare prima ogni mattina, gli amici con cui sedersi a mensa, la doccia calda quando torni a casa, e perfino la connessione internet che funziona. Ogni piccola cosa.

Sono passati quattro mesi da quando sono atterrata a Minneapolis, dalla serata più indimenticabile di sempre e da quel ''sono pronta'' scritto con decisione.  E ho capito che pronti, alla fine, non ci si sente. Ma se si guarda sempre in basso prima di buttarsi, si finisce per non volare mai.  Ma io, ora, sto volando.

E quando la mia host mum, 5 minuti fa, si è avvicinata a me e alla fine di un lungo discorso del più e del meno mi ha detto: ''You're not my exchange student, you'll always be my Italian daughter'' allora ho capito che non importano tutte quelle stupidaggini che stanno succedendo con la squadra. 

Davvero, non importa.

Ci sono cose migliori per cui vale la pena sorridere.

domenica 14 dicembre 2014

Di countdowns e fotografie

+186 giorni dall'inizio dell'estate 2014
+115 giorni da quando ho lasciato l'Italia
-44 giorni a quando rivedrò mamma
-174 giorni a quando lascerò l'America
-220 giorni al concerto di Jovanotti 
''Per quanto tempo è per sempre?'' ''A volte, neanche un secondo.''

La settimana è cominciata di 8 Dicembre. Mancavano 23 giorni alla fine dell'anno, ed era l'Immacolata. Sarei dovuta essere a casa a Sulmona a fare l'albero di Natale e giocare con le collane d'oro come fossero serpenti. Avrei dovuto fare il presepe, che è sempre stato il mio compito.
Senza di me, nessuno lo ha fatto.

E invece sono qui. Un Natale un po' diverso, ma questo non significa che non sia bello. 'Not good, not bad: just different', come ci diceva la WEP prima di partire.

L'8 Dicembre in America non si festeggia niente. Ci si sveglia e si va a scuola come un normalissimo giorno. Abbiamo avuto un carbo load di ginnastica artistica, che è una serata in cui, dopo l'allenamento, si cena tutte insieme e si mangiano principalmente carboidrati, in modo da fare scorta in vista di un evento importante e faticoso. In questo caso, la gara di Martedì.

Non ho gareggiato, ed è la seconda volta che decido di non farlo, perchè il mio livello è ancora troppo basso e non voglio abbassare il punteggio della squadra intera solo per colpa del mio. In ogni caso sto migliorando, quindi spero di partecipare molto presto. E la gara è andata benissimo e ci siamo riportate a casa due belle vittorie sia in varsity che junior varsity.

Mercoledì ho cominciato il twelve days of Christmas con Katrina 1 e 2, Ana, Sab, Jack, Nika, e Monica. Ad ognuno è stato assegnato in segreto (abbiamo pescato biglietti) un'altra persona, e per 12 giorni (fino alle vacanze di Natale cioè) dobbiamo mettergli nell'armadietto un piccolo regalo. Alla fine faremo una festa in cui ci daremo i regali finali, cioè quelli più grandi.
E' stupendo perchè mi da un motivo per andare a scuola, con la curiosità di aprire il mio armadietto e vedere cosa ci trovo dentro quel giorno. Da un gingerbread cookie, a della calze calde calde, il mio secret santa fino ad ora è stato adorabile.

Venerdì con la classe di Fashion Marketing siamo andati in gita al Mall of America. Per chi non mi seguisse da un po', è uno dei centri commerciali più grandi degli Stati Uniti, e si trova a una 20ina di minuti da casa mia. Abbiamo avuto una riunione nel reparto marketing, per la maggior parte noiosa e inutile purtroppo, e poi 2 ore di tempo libero per fare shopping.
Solo in America.

Timur
Ironia della sorte, torno dal Mall e vado ad allenamento. Casa, doccia, e poi di nuovo al Mall con l'host family! Stancante, ma ne è valsa la pena tornarci perchè ho comprato gran parte dei regali di Natale per loro. Io, per me però, ancora non mi compro niente. Tirchia.

Al Mall siamo andati noi 4 con Timur, un exchange student da un paese impronunciabile che ho conosciuto in chiesa a Settembre. Timur è una di quelle persone strasolari, divertenti e senza peli sulla lingua. Può essere terribile se vuole, un po' come me, ma il resto del tempo è la persona perfetta con cui passare un weekend. Infatti è tornato anche Sabato mattina, alle 10 quando io stavo ancora dormendo.. ehm..

Makeup by Timur

Il programma era film e perdita di tempo fino ad ora di pranzo, e poi avremmo organizzato un photoshoot indoor e outdoor. Lui è un makeup artist di lavoro nel suo stato impronunciabile, io fotografa di hobby. Entrambi amiamo la moda e i fashion blogger. Il mix perfetto.

I risultati sono mitici. Non ho mai indossato così tanto trucco, e non mi sono mai piaciuta con troppo trucco, ma lui ha fatto un lavoro STUPENDO. Le mie foto le devo ancora lavorare su photoshop, ma le sue e quelle della mia sorella ospitante mi piacciono da morire.

Così si è conclusa un'altra settimana. 5 giorni di scuola alle vacanze di Natale.
E non vedo l'ora, se solo tutte le canzoni di Natale che esistono al mondo non cantassero ''i'll be home for Christmas''..

Livia

sabato 6 dicembre 2014

Thanksgiving break

Che fine ho fatto? Il mio blog intelligente mi ha cancellato il post quasi completo due settimane fa, e da lì mi è passata la voglia di riscriverlo da capo, dato che ci avevo messo davvero un sacco di tempo. Non so perché la modalità foto a quanto pare non funziona tanto bene, e quando inserisco una didascalia qua esplode tutto.
Quindi.. Sarò breve e concisa, dato che devo raccontare quasi un mese in un solo post.

Partiamo da dove eravamo rimasti: ultima settimana di scuola prima del thanksgiving break.
Scuola, allenamento di ginnastica artistica tutti i giorni per 2.30h, cena, compiti, dormire e ricominciare. Monotono, a parte per alcune variazioni:

Mercoledì era l'International Education Day e ho dovuto fare una presentazione sulla mia nazione, insieme ad altri 5 exchange students, nella nostra chiesa. Ho cercato di spiegare alla gente quanto l'Italia non sia quello ammasso di stupidi stereotipi che loro credono. Che non siamo tutti mafiosi, che la salsa Alfredo non è italiana, e neanche le polpette negli spaghetti.

Ho trovato la ricotta..
Ho provato a spiegare cos'è un centro città, le vasche per il corso, i due baci sulla guancia quando ci si incontra (''When you meet someone (whoever) you kiss on the cheek, left first, right second. But you don’t really put your lips on their skin. You just kind of make a kissing sound while you do it. If you plant a big wet one on someone you’ll scare them.''), l'aperitivo con gli amici, le castagne nel cartoccio di una sera di ottobre, la copiata a un compito in classe, il motorino, il pane fresco, la ricreazione a scuola, la pasta tutti i giorni a pranzo.

.. e le castagne. Ho pianto.
Ma non capivano, e credo che non capiranno mai. Perché se non sei Italiano, l'Italia non la capisci e la passeggiata per il corso ti sembra una perdita di tempo, e la pasta tutti i giorni ti sembra un carbo load inutile e continuo.
Io, almeno, ci ho provato.

Venerdì c'è stato il compleanno di Maya. Sono stata contentissima di scoprire che eravamo solo in 7 perchè aveva invitato le persone a cui teneva di più, tra cui ero inclusa anche io. La gioia!
Abbiamo guardato un film, mangiato la pizza buonissima che ha cucinato la madre (mi sento di dire che è stata la prima è ultima pizza, degna di essere chiamata tale, che ho mangiato fino ad ora qui) e ringraziato 1000 volte per la torta al cioccolato a 7 strati con gelato alla vaniglia. La volevo tutta.

Più tardi durante la serata abbiamo iniziato a chiacchierare di argomenti che per loro sono considerati tabù, ma di cui in Italia se ne parla in tranquillità anche con i genitori. Mi facevano una tenerezza quando abbassavano la voce parlando di ''quel mio compagno di classe che una volta ha fumato una sigaretta!'', quando qui la gente fuma canne prima di entrare in classe di prima mattina. Per non parlare di sesso poi. Hanno un anello di castità che daranno quando si sposeranno.
Ah Stati Uniti, che bigotti.


Sabato sera sono andata a vedere Mockingjay con Katrina1 e 2, Sab, Erin, Sara, Nika, Jack, Monica, Ana e chi più ne ha più ne metta.
Il film mi è piaciuto tantissimo, come sempre d'altronde, ma si è interrotto nel momento più bello, nel momento cruciale, lasciandomi con l'amaro in bocca. Soprattutto perchè a pensare che il prossimo film lo guarderò in Italia, nella mia vecchia vita, con gli amici di sempre, mi fa sorridere e rabbrividire allo stesso tempo.

''Prof mi posso stendere per terra?''

Da lì è iniziato il Thanksgiving break, 9 giorni di vacanza che gli Americani si concedono solo perchè nel 1623 i Padri Pellegrini avevano fatto un bel raccolto e decisero di ringraziare Dio. Okay.
Per quanto ho potuto ho cercato di dormire, ma gli allenamenti di ginnastica artistica alle 9 di mattina lunedì e mercoledì, e il volontariato alle 10 per il diversity council di cui faccio parte, non mi hanno aiutata così tanto..

Thanksgiving day
Giovedì però ho potuto dormire più tardi perchè era il Thanksgiving Day e saremmo andati a casa della nonna soltanto per le 3. Mi hanno detto di saltare il pranzo e la colazione, perchè il pasto delle 3 mi avrebbe riempita completamente, ma quando poi quel giorno ho finito di mangiare, mi sono resa conto che tutto questo cibo di cui tanto parlano non è niente in confronto a una qualsiasi Domenica in famiglia italiana. O Natale. O capodanno. O un matrimonio. O qualsiasi cosa.
Certo, i 4 pezzi di torta finali che mi sono mangiata mi stavano per far rimettere tutto quello che avevo nello stomaco, ma vi assicuro che in Italia siamo abituati a molto molto di più.

Sofia aveva organizzato una festa in piscina a casa sua (perchèsìleihaunapiscinainternaaffiancoallasuacameramaledettiamericanimilionari) e mi ha invitata. Abbiamo nuotato (ovviamente), cantato, mangiato pizza e giocato a funcos con tanto di premi. Bella serata.

Io e Erin
Sabato invece io, Kat, Katrina, Sab, Monica, Sam, Ana, Jack, Sara e Nika siamo andati in downtown Saint Paul a pattinare sul ghiaccio.

Io, Sam e Sara
Saint Paul è bellissima, e mi ha fatto sentire davvero a casa perchè finalmente ho visto qui un centro città dove passeggiare, fermarsi ad un bar e mangiare qualcosa.
Perchè apparte per queste città così grandi (Saint Paul è la capitale del mio caro Minnesnowta) tutti gli altri paesini non hanno un centro, non ci sono negozi o ristoranti in giro.. Solo case, case, strade e scuole. Poi c'è sempre un centro commerciale, dove praticamente la gente va a passeggiare quando non ha nulla da fare, e mi dico che va bene anche così, ma poi si finisce sempre per spendere più del dovuto. Ogni weekend. Ogni santissima volta.

Lago ghiacciato
Finito il Thanksgiving break è iniziato Dicembre. Di già, o ancora? Non lo so neanche io. Ho dei sentimenti contrastanti fortissimi. Mi sembra che il tempo passi velocissimo e che non passi mai. Che tra poco e tra un'eternità tornerò a casa.

Sono 107 giorni che vivo qui. 107 giorni che ho lasciato l'Italia, il mio amore, la mia famiglia, i miei affetti. 107 giorni che affronto le cose in un modo diverso, con il sorriso più grande, e con la lacrima della nostalgia quando ci vuole.

Mi chiedo quante cose mi stia perdendo.
L'altro ieri è nato Domenico, il bambino più bello di sempre, figlio di due carissimi amici di famiglia. Così stretti che anticiparono il loro matrimonio a Luglio così che potessi esserci anche io prima di partire. E ora vorrei essere lì, prenderlo in braccia, abbracciare tutti e 3 e vederli finalmente insieme.
Vorrei essere lì ora che mia sorella ha appena preso la patente, ed è diventata grande tutto di un colpo.
Ora che le mie migliori amiche si sono tutte fidanzate, vorrei essere lì per un'uscita a 6, o a 8, e ridere e sorridere tutti insieme.
Vorrei essere lì per quel grande evento che mia madre organizza ogni anno l'8 Dicembre, per supportarla, aiutarla e alla fine dirle quanto è stata brava.
Vorrei essere lì oggi per partire con il mio Interact per una nuova distrettuale, ballare, cantare, conoscere gente e non dormire mai.
Vorrei essere lì dopodomani, quando faranno l'albero di Natale, senza di me per la prima volta. E anche oggi che Margherita ha un esame importante, e tra 10 giorni per l'annuale saggio di danza di Natale.
Vorrei essere lì tutti i giorni, per abbracciarli ad uno ad uno, che questo maledetto schermo mi illude tutto il tempo. Per dare quel bacio che mi manca. Per dormire con chi amo. Per strapazzare i miei genitori di coccole.

Ma quante persone vorrebbero essere qui? Andare a scuola in un bus giallo, entrare in classe di corsa perchè sei stato troppo tempo a chiacchierare con l'amica appoggiata all'armadietto, allenarsi nella proprio squadra e vincere una squadra, andare al ballo come nei film, migliorare una lingua e peggiorarne un'altra, mettersi in gioco tutti i giorni, innamorarsi di un professore di 24 anni, essere una cheerleader, impazzire al Black Friday, dire di avercela fatta.

Ho imparato che nella vita non si può avere sempre tutto. Io la mia scelta la feci. Scelsi di rischiare.
E sì, è vero che vorrei essere lì, ma è vero anche che voglio essere qui allo stesso tempo. Vorrei dividermi e poter vivere entrambe le vite.

In attesa che inventino la bilocazione, decido di restare qui e finire la mia corsa. Anche senza fiato.

domenica 16 novembre 2014

Halloween and Prom dress

''Signora posso lasciarle almeno in buca l'opuscolo?''
~  Bambino testimone di Geova durante Halloween 
''O la borsa o la vita!''
~ Bambino materialista con le idee chiare

Halloween in America è l'Halloween che ti immagini, quello dei film, quello che cerchiamo invano di imitare in Italia, quello che un po' tutti vorrebbero vivere.
Io ed Erin abbiamo organizzato una festa a casa con una quindicina di amici, cibo a tema horror, un po' di musica e tutti in costume.

Io personalmente sono vestita metà da angelo e metà da diavolo, vestito comprato per 4 bucks da una svendita totale a Stillwater - big deal - ma i nostri amici si sono davvero presentati con di tutto. Da Sara-Cat Womanm a Nika con una semplice t-shirt addosso che diceva 'This is my costume',ne ho viste delle belle.


Siamo andati tutti insieme a fare dolcetto-scherzetto nel quartiere, ed è stato divertentissimo. Mi sentivo al settimo cielo e non smettevo di fare foto e video a tutto e a tutti, perché sembrava così irreale..! Tutte queste case perfettamente decorate a tema, con musica horror, tombe nel giardino, teschi per la strada, cadaveri appesi agli alberi, zucche, statue, ragnatele, pipistrelli, davvero di tutto.

Ognuno pronto dietro la porta a dare la caramelle anche a noi 17enni che suonavamo e dicevano 'Trick or Treat' come i bambini di 3 anni.
E' stata un'esperienza che non dimenticherò mai. Compreso il resto della serata passata a giocare a Just Dance e a fare il karaoke.

La mia zucca!
Zucca di Erin

E' iniziato Novembre, da un bel po'. Il tempo va veloce e lento allo stesso tempo.
Sono stata euforica tutto il giorno aspettando Domenica, perchè avrei avuto la mia festa di compleanno a casa con tutti i miei amici.
Non tutti si sono presentati, un po' come fanno gli Americani che neanche ti avvisano, ma l'importante è che le persone (americane) a cui tenevo davvero fossero lì. Certo, perchè ovviamente famiglia e amici italiani non potevano esserci.


E' stato strano ricevere regali diversi dal solito, ma sempre bellissimi, e mi sono stupita che pur conoscendomi da poco tempo sono riusciti bene o male ad inquadrare già i miei gusti.
Sono stata felicissima quindi di aprire anche le piccole cose, perchè erano fatte col cuore. Sara per esempio mi ha regalato una cornice a forma di cuore con una nostra foto dentro, Ruth un album scrapbooking di cui ha fatto le prime due pagine e ha lasciato il resto per me- ''cuz you're life is gonna be amazing and this is the place where you can write about it''- e Katrina e Sab addirittura mi hanno fatto fare un ritratto dal loro padre pittore. Ho pianto e poi sorriso tantissimo.


Insomma non sto qui a raccontarvi di ogni singola cosa che ho ricevuto, perchè non è quello l'importante. L'importante è che nonostante non sia stata mamma ad accendere le candeline della torta, nonostante non ci fosse Luigi a presentarsi due ore prima per aiutarmi, nonostante nella mia lista di invitati non ci fossero gli amici con cui sono cresciuta, e tutte le persone più importanti.. Beh, è stato meraviglioso lo stesso.

Il resto della settimana credo sia stata piuttosto normale. Si parla di due settimane fa, quindi un po' i ricordi si sono già faded. (Giuro che odio quando non mi ricordo le parole in italiano)
Scuola, quiz, ma sopratutto l'esame di metà semestre di giornalismo in cui sono stata la migliore della classe. Quando la prof l'ha detto davanti a tutti per farmi i complimenti si gira K. e mi guarda con faccia stupita/incazzata e si mette a ridere della serie 'ma guarda a questa che è pure italiana è impossibile che sia stata la migliore'.
Se non ci fosse stata Ms. Carney, un fuck off mi sarebbe volato facilmente.

Venerdì 7 dopo scuola io, Katrina, Monica, Sab, Nika e Nidal siamo andati al Mall of America, con il santo padre di Kat che ci ha scarrozzato di qua e di la tutto il giorno. Abbiamo girovagato per un po', ho comprato il profumo di Abercrombie con i soldi per il compleanno che mi ha dato nonna, e approfittando di un momento in cui Nidal e Nika era in GameStop, noi ragazze siamo andate in cerca di vestiti per il prom.
Ora, lo so che è Novembre, che il prom è tra 6 mesi e che stiamo decisamente giocando di anticipo, ma la ricerca è lunga (o almeno credevo, ehm..) ed è stra divertente.

Siamo andate in questa boutique di vestiti da sposa e per il prom, con le assistenti che ti aiutavano, il piedistallo su cui salire, gli specchi dappertutto e questi abiti lunghissimi e luccicanti da principessa. Mi sono divertita da morire.


Il primo è stato questo coso puffoso e celeste da vera cenerentola, e ho riso troppo perchè mi sentivo come una di quelle di 'Il mio grosso grasso matrimonio Gypsy'.


 Poi ho provato questo lilla, che mi sapeva tanto di dea greca e damigella americana.




A quel punto mi ero quasi stufata, perchè non c'era nulla che mi piaceva. Faccio un ultimo giro tra i vestiti e ne adocchio uno, ultimo pezzo, scontato del 60%, della mia taglia. Me lo faccio portare in camerino, lo provo e.. Dio, non vi descrivo l'emozione.
Mi sono guardata per 10 minuti se non di più in tutti gli specchi del negozio, ho provato a raccogliermi i capelli, ad aggiustare la scollatura dietro, a mettere un paio di tacchi, a fare come se stessi davvero già lì. E' stato amore a prima vista.

Così faccio un attimo un salto in avanti nel tempo a martedì, quando, dopo aver convinto mia mamma e mio padre (a cui il vestito piace tantissimo) e dopo essermi fatta mandare i soldi necessari, ho saltato scuola e sono andata al mall con la mia hmum a comprarlo. Felicità.

Ho approfittato anche per tagliarmi i capelli di 40.000 inches, dato che mi ero stufata di averli lunghi, e devo dire che i parrucchieri americani non sono così imbranati come vi avevano raccontato altri exchange students! Anzi, per 21.90$ ha fatto davvero un bel lavoro.

Tornando a sabato, dopo il mall siamo andati a giocare a bowling da Flaherty's, dove ci ha raggiunti Sarah e dove ho mangiato per la prima volta da quando sono qui, una pizza degna di essere chiamata tale. Shoutout to Flaherty's, quindi, per avermi fatto riprovare la gioia di una Margherita calda il venerdì sera.
Bowling

Sabato un po' di relax e poi cena fuori con Radhika e Baillie, da Panera Bread, dove mi sono scordata di prendere il menu pick up two, shoot.
Alle 7 siamo andate a vedere Willy Wonka, il musical scolastico, ed è stato incredibile scoprire che tante di quelle cose che vediamo nei film sull'America sono vere: mi sembrava di essere in High School Musical, con un'organizzazione pazzesca, orchestra, cantanti e attori bravissimi, e tutti della mia età! Meraviglia, meraviglia, meraviglia



Per quanto riguarda questa settimana, la grande novità è che è iniziata Ginnastica Artistica. Mi alleno tutti i giorni dopo scuola per 2 ore e 20, e sì, è pesante, ma ne vale la pena.
La palestra è super attrezzata e le altre ragazze sono mille volte più brave di me, però io cerco di dare del mio meglio e di rendere anche questa esperienza una nuova cosa bella da riportare a casa.

Lunedì ha nevicato per la prima volta, e direi finalmente perchè da come parlando del Minnesota, mi aspettavo davvero la neve appena arrivata ad Agosto. A scuola ci hanno fatto uscire prima di 15 minuti, non ne capisco il senso, e hanno cancellato anche il primo allenamento di ginnastica artistica. Quindi ho approfittato per catch up con un po' di compiti per casa, e fare faccende varie.
Per il resto, scuola, compiti, allenamenti, e la sfida di cercare di andare a letto il prima possibile, di solito le 9.30, altrimenti la sveglia alle 5.30 con -17 gradi fuori diventa davvero un trauma per la vita.

Questo weekend è stato bello come sempre, anche se di solito venerdì appena uscita da scuola ancora non so niente di quello che farò e i programmi qui vengono fatti sempre all'ultimo momento.
Dopo l'allenamento (perchè sì, ci si allena anche di venerdì :'( ), sono tornate Erin e Katrina A. dal mall e abbiamo guardato un film insieme, e poi sono andata a uno sleepover a casa di Katrina C. con Monica, Sab e Sarah.
E' incredibile quanto qui sia tutto più informale. Vai a dormire a casa di un'amica e non devi portare fiori/torta per ringraziare, non devi fare i complimenti quando hai ancora fame, non ti preparano il letto perfetto e l'asciugamano pulito, ma si dorme tutte insieme sul divano mentre si chiacchiera o si guarda un film alle 2 di notte e si ordina una pizza da consegnare a casa compilando un modulo su internet.

Sabato ha nevicato ancora. Ci siamo svegliate piuttosto presto con la voglia di cioccolata calda e di una bella e buona colazione, quindi ci siamo imbottite contro i -13 gradi e la mezza bufera di neve e abbiamo camminato per 1.5 km fino a Caribou. Non so davvero cosa ci dicesse la testa in quel momento a noi 5.
A quel punto abbiamo deciso di stare lì per un'ora e mezzo, tra foto, cioccolata calda, oat meal e muffin giganti davanti a un camino acceso. Adoro quel posto.

Alle 3 c'è stato il compleanno di Ana a casa di Katrina C. (dove ero a dormire), e veramente ancora non capisco perchè non l'abbia fatto a casa sua ahah. Abbiamo mangiato pizza (la quantità di carboidrati assunta dalla sottoscritta in questo weekend è indescrivibile) e cheesecake, poi siamo andate al Mall per dare un'occhiata in preparazione del Black Friday della prossima settimana. Sono sicura sarà da morire, anche perchè tra l'altro, non scherzo, la gente ci muore davvero.

Mi aspetta un'altra lunga e impegnativa settimana, ma è l'ultima prima dei 9 giorni di vacanza per il Thanksgiving. Quindi, come sempre, hold on.


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